Il 7 febbraio 1266, Bonsignore da Arborio, nobile Vercellese di antica famiglia capitanale della Chiesa Eusebiana, giurava il cittadinatico al Comune di Vercelli.
Il "dominus" si impegnava ad accettare l'alta sovranità dell'ente politico vercellese sui suoi possessi e sugli uomini, ma, poiché questi erano posti lungo i confini fra Novara e Vercelli, accanto al conteso centro di Biandrate, dove ancora risiedevano i conti, cercava di salvaguardare, con alcune importanti clausole, i suoi interessi locali ed evitare di essere schiacciato dalle due vicine potenze militari sempre in urto; chiedeva soprattutto a Vercelli di essere esentato, in caso di guerra, dal combattere contro chiunque, in particolare contro la rivale Novara, usando le proprie fortificazioni situate ad est della Sesia, nel luogo chiamato Cerreto e costituite dal castello, dal ricetto e da case in muratura, garantendosi così contro un'eventuale edificazione di un borgo franco vercellese a Biandrate che di fatto avrebbe portato allo spopolamento di Cerreto e all'abbandono delle strutture fortificate locali con la conseguente grave perdita dei diritti signorili.
In quel periodo, dunque, Bonsignore da Arborio possedeva in regione Cerreto (località che denuncia l'esistenza di un querceto, di un bosco a cerri, probabilmente un "gualdo") delle fortificazioni costituite dal castello, dal ricetto e da case in muratura che cercava di salvaguardare.
Il giuramento non permette di fissare il momento di formazione del centro demico (in quell'anno o anche prima) e neanche di fissare il quadro d'influenza della chiesa di S. Maria delle Nevi su cui doveva fare da perno, ma forse aiuta a determinare e fissare proprio in quel periodo il momento dell'erosione del territorio biandratese da parte dei da Arborio. Il ricetto dovette essere di grande impatto sull'area, in quanto, nel giro di pochi decenni, fu in grado di mutare il toponimo del luogo; nel 1348 il villaggio non è più indicato Cerreto ma Recetto.
Dapprima si sviluppò un villaggio in prossimità della regione Cerreto servito dalla chiesetta dedicata alla Madonna delle Nevi (per tradizione detta "l'antica parrocchiale" e che la titolazione dovrebbe far risalire agli albori del XII secolo, se non prima); in seguito, eretto il castello ad uso ricetto ad ovest -a 200 metri, in posizione leggermente rialzata e separata da un avvallamento- l'abitato finì per gravitare sui due poli chiesa-castello (est-ovest).
Forse il fortilizio venne dotato di "cappella" a carattere privato intitolata a S. Domenico fin dalle origini dell'incastellamento. A nord-ovest di esso, in area contigua ma extraurbana, venne situato l'airale per il deposito dei prodotti infiammabili (paglia, fieno, canapa, ecc.).